Che la Terra sia rotonda, o per essere più precisi abbia una forma pressoché sferica*, viene insegnato sin dalle scuole elementari ed è cosa nota sin dall'antichità.
Per potersi dire scientifica una affermazione deve essere supportata da osservazioni e dati sperimentali; per la sfericità le prove più note sono:
La prime due osservazioni non richiedono particolari strumenti si possono fare facilmente a occhio nudo e quindi risalgono alla più remota antichità; le altre richiedono osservazioni fatte in luoghi diversi e uno strumento per misurare gli angoli di altezza di un astro, cose esistenti già nell'antica Grecia e nel periodo ellenistico.
Impossibile dire chi sia stato il primo a rendersi conto che la Terra è rotonda come un'arancia, per usare un paragone frequente. Sicuramente in Grecia già Pitagora considerava la Terra come una sfera che ruota intorno a un misterioso fuoco centrale insieme a tutti gli astri, i pianeti e il Sole.
Tra i seguaci di Pitagora molti si posero il problema se sia il cosmo intero a ruotare intorno alla Terra sferica in 24 ore o se sia viceversa la Terra a ruotare su se stessa in 24 ore creando l'illusione degli astri che sorgono e tramontano. Uno degli assertori di questa teoria fu Filolao, ma le opere di Pitagora e dei Pitagorici sono andate perdute e ci si deve basare su fonti di seconda o di terza mano.
Il problema della rotazione terrestre rimase una questione aperta nell'antichità e viene ricordato anche da Seneca quando scrive delle comete.
La prima fonte ben conservata e documentata sul tema è Aristotele che nel suo libro Il cielo dedica un capitolo al problema della forma della Terra, e dopo aver accennato alle teorie secondo cui la Terra sarebbe piatta o avrebbe la forma di un tamburo (cioé cilindrica) conclude che la spiegazione di gran lunga più soddisfacente è quella della forma sferica. E adduce anche due prove elencate qui sopra, quella dell'ombra circolare durante le eclissi, e quella della diversa visibilità delle costellazioni.
Interessante a questo proposito il seguente passaggio di Aristotele:
Un passaggio che sembra prefigurare il viaggio di Colombo 1800 anni dopo. Poco dopo Aristotele scrive:
400000 stadi corrispondono a circa 73000 km, quasi il doppio dei 40000 km misurati oggi, quindi paradossalmente nel momento in cui Aristotele conclude, correttamente, che la Terra è molto piccola rispetto all'Universo, la stima molto più grande di quanto sia realmente. Che unita all'affermazione di sopra equivale a stimare le dimensioni dell'Eurasia molto, molto superiori al vero.
Dopo Aristotele è da segnalare la misurazione della lunghezza del meridiano fatta da Eratostene in Egitto che diede un risultato di 245000 stadi, circa 45000 km poco più della misura corretta di 40000 km.
Un'altra celebre misurazione della circonferenza terrestre fu fatta ai tempi della Rivoluzione Francese da parte degli astronomi Delambre e Méchain; serviva una misurazione la più precisa possibile per definire la nuova unità di misura, il metro, che per definizione sarebbe stato la 40 milionesima parte del meridiano terrestre. E, tautologicamente, la circonferenza terrestre sarebbe di 40000 km. Non è proprio così in effetti, ché Delambre e Méchain fecero qualche inevitabile piccolo errore, a parte il fatto che la terra è come ricordato sopra in nota, un ellissoide e quindi oggi i valori più precisi sono: 40074 km per l'equatore, 39942 km per il meridiano.