Nel libro VII delle Questioni Naturali Seneca affronta il problema delle comete accettando l'idea che stelle e comete ruotino quotidianamente a enorme velocità intorno a una Terra immobile; solo nel passaggio sotto riportato del capitolo II, si chiede se sia la Terra a ruotare su se stessa creando l'illusione che gli astri sorgano e tramontino, o se sia l'universo a ruotare intorno a una Terra immobile.
Seneca dunque conosceva le teorie che ammettono la rotazione della Terra, ma questo suo passaggio è stato sistematicamente frainteso come un riferimento ai modelli eliocentrico e geocentrico;(*) eppure a leggerlo con attenzione appare ovvio, là dove parla di ortus et occasus = alba e tramonto, che Seneca sta parlando solo di un moto di rotazione della Terra sul suo asse, non di un moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole.
Resta quindi indeterminato se Seneca fosse a conoscenza anche delle teorie eliocentriche di Aristarco di Samo e di Seleuco. Nel resto di questo libro non se ne trova menzione.
Questa interpretazione errata, presente su edizioni a stampa e sul web, è probabilmente dovuta al fatto che i traduttori dal latino conoscono bene il latino, un po' meno la storia dell'astronomia, ed hanno presente solo il dibattito sul moto di rivoluzione, eliocentrico o geocentrico, Aristarco di Samo vs Ipparco, Tolomeo vs Copernico fino al processo a Galileo, ma non quello che pure vi fu sul moto di rotazione. Sarebbe stato Filolao, seguace di Pitagora, il primo filosofo greco a sostenere che è la Terra a ruotare intorno al suo asse e non l'universo a ruotare intorno alla Terra ogni 24 ore.
D'altra parte le due questioni non sono del tutto indipendenti avendo entrambe alla radice il problema della Terra immobile: se ammettiamo che la Terra ruoti sul suo asse, possiamo ancora ammettere, come sembra fare Seneca, che sia al centro del'universo, modello geocentrico; ma se ammettiamo un sistema eliocentrico con la Terra in movimento intorno a un Sole immobile, diventa difficile immaginare una Terra che non abbia anche un movimento di rotazione sul suo asse, che giustifichi l'alternarsi del giorno e della notte.
Certo dal punto di vista della fisica moderna si tratta di un semplice cambio di sistemi di riferimento centrati sul Sole o sulla Terra, non avendo senso parlare di immobilità assoluta; e vengono usati per i calcoli diversi sistemi di coordinate celesti.
Va aggiunto poi che in astronomia e cosmologia è usuale considerare come sistema di riferimento privilegiato quello delle stelle fisse (intese come quelle tanto lontane da avere parallasse impercettibile) o meglio ancora alle galassie remote; quindi per esempio il pendolo di Foucault dimostra solo che la Terra ruota intorno al suo asse, rispetto alle stelle fisse; e analogamente la parallasse stellare dimostra che la Terra ruota intorno al Sole rispetto alle stelle fisse.
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