Strumento per l'osservazione delle macchie solari
Prova dello strumento per l'osservazione delle macchie solari
Il transito di Venere osservato con questo strumento


Foto
Il 19 giugno verso le 11 ho avuto occasione di provare nuovamente lo strumento per l'osservazione delle macchie solari, già provato l'8 giugno in occasione del transito di Venere.
Questa volta l'occasione era data dalla comparsa sul Sole di un paio di macchie di medie dimensioni dopo un periodo di attività pressoché nulla.
Piazzando lo strumento sul piano del pozzo che si trova al centro del chiostro del Liceo Foscarini era possibile osservare il Sole in posizione abbastanza comoda; le due macchie apparivano subito ben evidenti e con un certo sforzo se ne scorgeva una terza un po' più in alto. Agendo sulla chiavetta alla base dello strumento era possibile sdoppiare e allontanare o avvicinare le due immagini del Sole. Nessun dubbio, se ancora ce ne fossero stati, che le due immagini sono speculari.
Sfortunatamente le due macchie apparivano molto vicine all'asse del disco solare cosa che rendeva problematico l'uso della tecnica usata con Venere.
Provavo allora una tecnica diversa: cronometrare il tempo necessario perchè l'immagine collimata del Sole si sdoppiasse in due immagini tangenti esternamente. Una prima misura dava 1m24s, una seconda misura 1m25s. (vedi animazione nella quale sono state disegnate anche le macchie visibili.)
Cronometrando poi il tempo tra il momento della collimazione tra le due immagini di una stessa macchia e il momento nel quale i due dischi solari apparivano tangenti, si otteneva un tempo di 1m.
Questi dati erano piuttosto lontani dalle mie previsioni; sapendo che, per la rotazione terrestre, il Sole percorre 360º in 24 ore, e che il diametro del Sole è a giugno di circa 31'30" (mezzo grado) si ricaverebbe che il tempo necessario per percorrere un semidiametro di 15'45" sia di 1m03s, una ventina di secondi in meno del tempo cronometrato.
Dov'era l'errore? Semplicemente nell'aver dimenticato che lo strumento ha montatura altazimutale, non equatoriale, e quindi l'asse di riflessione è verticale! Le due immagini del Sole non si muovono dunque sulla stessa retta ma su rette che formano con l'orizzontale un angolo che p.es. il giorno dell'equinozio alle 6h (Sole a E) è complementare alla latitudine del luogo (per Venezia lat. 45º26' => 44º34') e a mezzogiorno è ovviamente 0º. Per altre date ed ore il calcolo è più complesso; per le 11h15m del mattino del 19 giugno (ora legale, corrisponde a 10h15m TMEC e 9h52m di tempo solare vero) si ricava che la traiettoria del Sole fa con l'orizzontale un angolo di 41º48'; e il tempo per lo sdoppiamento deve essere di 1m24s in ottimo accordo con il dato sperimentale. (vedi disegno a lato)
Con calcoli analoghi si ricava che la macchia aveva un angolo di circa 11' rispetto al bordo del Sole, ovvero circa 4,5' rispetto al meridiano centrale. Misurando lo stesso angolo su una foto del Sole del National Solar Observatory/Sacramento Peak scattata alle 0:30 (UT = 2:30 ora legale italiana, 8 ore prima) si ottiene circa 3'. La differenza è maggiore di un minuto e corrisponde a un tempo di circa 7sec; probabilmente la collimazione tra le due immagini della macchia non è stata cronometrata al meglio.

In definitiva sembra difficile ottenere una grande precisione con questo strumento; ma forse serviranno altre prove per affinare la tecnica di osservazione!
Il funzionamento è comunuque complicato dalla necessità di calcolare preventivamente il tempo di sdoppiamento del disco solare; è verosimile che piuttosto che calcolare tale tempo a tavolino, si facesse una taratura misurando tale tempo prima di ogni misurazione sulle macchie solari.

Prova effettuata da Paolo Bonavoglia.


Valido HTML 4.01!
Collegamenti