Astronomia e calendari - → Calendario perpetuo
La data del Natale
Calendario perpetuo gregoriano, ebraico, islamico, della rivoluzione francese

Plinio il vecchio, Nat. Historiæ, liber XVIII
220. Cardines temporum quadripertita anni distinctione constant per incrementa lucis. augetur haec a bruma et aequatur noctibus verno aequinoctio diebus XC horis tribus, dein superat noctes ad solstitium diebus XCIIII horis XII; . . . . . usque ad aequinoctium autumni, et tum aequata diei procedit nox ex eo ad brumam diebus LXXXVIII horis tribus —
221. horae nunc in omni accessione aequinoctiales, non cuiuscumque die significantur —, omnesque eae differentiae fiunt in octavis partibus signorum, bruma capricorni a. d. VIII kal. Ian. fere, aequinoctium vernum arietis, solstitium cancri, alterumque aequinoctium librae, qui et ipsi dies raro non aliquos tempestatum significatus habent.
Due paragrafi di Plinio che datano al 25 dicembre il solstizio d'inverno
L'imperatore Aureliano
moneta
Moneta raffigurante Aureliano imperatore e sul retro il dio Sole con il diadema a raggi; in realtà quasi tutti gli imperatori del III e IV secolo venivano rappresentati con questa icona.
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La data del Natale a differenza di quella variabile della Pasqua è fissa, 25 dicembre, e quindi non presenta alcun problema di calcolo. Resta però la domanda, perché proprio il 25 dicembre?

Perché quel giorno è nato Gesù? Ma questa è solo una data tradizionale, ovviamente non abbiamo alcun certificato di nascita, ovverosia non ci sono documenti storici certi sul giorno di nascita di Gesù, gli stessi vangeli non danno alcuna indicazione precisa. In altre parole la probabilità che Gesù Cristo sia nato proprio il 25 dicembre è di 1/365,25!!

Nel 200 il cristiano Clemente di Alessandria formulava ipotesi ben diverse sul giorno della nascita di Gesù: 28 agosto, 20 maggio, 25 marzo e molte altre basate non si sa bene su che cosa. Perché alla fine prevalse invece il 25 dicembre?

Bruma capricorni = solstizio d'inverno

Un buon punto di partenza astronomico è il libro XVIII, par. 221 (vedi a lato), delle Storie Naturali di Plinio il Vecchio, dove si legge che il solstizio d'inverno (bruma capricorni) cade il giorno VIII dalle Calende di Gennaio, che corrisponde al 25 dicembre appunto. Quindi la data è quella tradizionale nell'antica Roma del solstizio d'inverno.

Come mai il 25 dicembre e non il 21÷22 come è oggi, nel XXI secolo? In realtà la data dei solstizi, come quella degli equinozi è soggetta a variazioni di un giorno a causa degli anni bisestili, e con il calendario giuliano tendeva ad anticipare per il fenomeno della precessione degli equinozi, quasi un giorno al secolo. Così ai tempi dell'introduzione del calendario giuliano (45 a.C.) il solstizio d'inverno cadeva il 23÷24 dicembre, nel IV secolo d.C. ai tempi di Costantino era anticipato al 20÷21 dicembre e la data del 21 dicembre divenne quella tradizionale del solstizio nel calendario giuliano, ripristinata poi nel 1582 con la riforma gregoriana.

Plinio non era un astronomo e non sappiamo da quale fonte anteriore, quasi certamente greca, abbia tratto la data; anche per l'equinozio di primavera cita il giorno VIII dalle calende di aprile (25 marzo).

DIES NATALIS SOLIS INVICTI

Come che sia è un dato documentato che Plinio colloca il solstizio d'inverno al 25 dicembre. E il solstizio d'inverno è il giorno più breve dell'anno, dal giorno successivo le giornate cominciano poco a poco ad allungarsi, e il Sole diventa poco a poco più alto. Il solstizio d'inverno veniva per questo festeggiato nell'antichità come il giorno nel quale la luce del sole iniziava la risalita, la rivincita della luce sulle tenebre; è la festa del sole che rinasce, del Sol Invictus (Sole invincibile).

Il calendario dell'anno 354 d.C. del quale, come di quasi tutti i documenti antichi, esistono solo copie molto posteriori, il 25 dicembre è segnato con la sigla "N.INVICTI" - VIII·KAL·IAN; la N. era l'iniziale di Natale ed era usata anche per gli anniversari della nascita di personaggi importanti, soprattutto imperatori, p.es. "N.AVRELIANI" - V·IDV·SEP, "N.DIVI AVGVSTI" - IX·KAL·OCT. Dunque è ben documentato che il 25 dicembre era celebrato come Dies Natalis Solis Invicti = Natale del Sole invincibile, prima di divenire il Natale di Gesù.

L'ipotesi di gran lunga più verosimile è questa: la festa del Natale del Sole fu trasformata in quella del Natale cristiano; nulla di insolito, molte altre parole del mondo pagano furono riciclate nel linguaggio cristiano, per esempio il luogo del culto mantenne il nome di templum o basilica, il sommo sacerdote continuò a chiamarsi pontifex, l'aristocrazia della chiesa mantenne il nome di curia ecc.ecc.

Come ricordato sopra, la data esatta del solstizio d'inverno non è fissa, e cade oggi qualche giorno prima della data indicata da Plinio; è quindi venuta meno la coincidenza tra Natale e solstizio.

Ma qual è a sua volta l'origine del N. INVICTI?

Il culto del Sole fu introdotto a Roma dall'imperatore Elagabalo all'inizio del III secolo; mezzo secolo più tardi, nel 270 d.C. divenne imperatore romano Aureliano, che negli anni seguenti riconquistò il regno di Palmira a est e l'impero delle Gallie ad ovest, completando la riunificazione dell'impero. Promosse anche lui il culto del Sole, costruendo numerosi templi del Sole a Roma e fuori Roma. Lo scopo era verosimilmente quello di consolidare la riunificazione dell'impero con una religione monoteistica. Il culto del Sole aveva origini molto remote, basta ricordare il faraone Akhenaton, ed era molto diffuso in Oriente. Sembrava il collante ideale per un grande impero come quello romano.

Alcune fonti attribuiscono proprio ad Aureliano l'introduzione di questa festa, il 25 dicembre del 274, ma la cosa non è documentata; la biografia di Aureliano nella Historia Augusta menziona i molti templi del Dio Sole costruiti da Aureliano a Roma, ma non dice nulla di questa festa. Resta il dubbio se sia stata introdotta prima, durante o dopo il regno di Aureliano.

Il progetto di Aureliano di introdurre una religione monoteistica non ebbe molta fortuna anche perché il suo regno durò poco e nel 275 Aureliano fece la fine di tanti altri imperatori, assassinato da un gruppo di militari. I suoi successori continuarono comunque a usare il diadema solare come icona nelle monete fino a Costantino compreso.

E proprio Costantino riprese l'idea di introdurre una religione monoteistica come collante dell'impero, tollerando ed adottando il cristianesimo, che però solo con Teodosio divenne religione ufficiale dell'impero; nel corso del IV secolo la data del 25 dicembre, da giorno natale del Sole, divenne quella del natale di Gesù Cristo. La Wikipedia francese dà, senza citare la fonte, l'anno 354 come quello nel quale il papa Liberio avrebbe decretato che il Natale di Gesù Cristo dovesse celebrarsi il 25 dicembre.

DIES SOLIS → DIES DOMINICA

Analoga ma meglio documentata è l'origine della domenica come giorno di riposo; con decreto di Costantino del 7 marzo 321 il primo giorno della settimana, ancora chiamato dies Solis divenne giorno festivo, di astensione obbligatoria dal lavoro; in seguito il dies Solis divenne dies dominica = giorno del Signore. È curioso che la denominazione originale, giorno del sole, sopravvive in molte lingue nordiche, in tedesco Sonntag, in inglese Sunday, mentre nelle lingue neolatine il nome è domenica in italiano, dimanche in francese, domingo in spagnolo ecc.


Ovviamente questa etimologia della parola Natale proposta fin dal Settecento si presta a usi polemici: i non credenti e non cristiani la usano spesso per ribadire le origini non cristiane di questa festività; e, prevedibilmente, molti studiosi cristiani non gradendo questa ipotesi credettero di trovare documenti attestanti che la data del 25 dicembre era venerata come data di nascita di Gesù dai cristiani prima di Aureliano; ovviamente non disponendo dei documenti originali ma solo di copie di copie, può ben trattarsi di interpolazioni o rimaneggiamenti successivi. Altra ipotesi è quella che vorrebbe il Natale fissato nove mesi dopo il giorno dell'incarnazione, fissato al 25 marzo data dell'equinozio di primavera, nove mesi prima ovviamente. Sembra un po' un ragionare alla rovescia e non mi pare molto plausibile.



Fonti bibliografiche e collegamenti