Le stelle e la loro storia
Il catalogo stellare di Tolomeo in rete
Caratteristiche del catalogo - Consultazione del catalogo

Pubblichiamo una versione in formato elettronico del catalogo stellare di Claudio Tolomeo; il catalogo è stato convertito in un data-base formato MySQL e può quindi essere consultato in modo interattivo dalla pagina di consultazione.
La fonte immediata del catalogo è la pagina Star catalogue fo Ptolemy, a sua volta tratta da una copia che in passato era pubblicata sul sito dell'Università Lomonosov di Mosca, e che ora non esiste più.
Il catalogo fu pubblicato da Claudio Tolomeo ad Alessandria d'Egitto intorno all'anno 140, all'interno della sua opera più famosa l'Almagesto; da allora è stato copiato, tradotto e pubblicato per secoli e per tutto il Medio Evo è stato di fatto l'unico catalogo stellare a disposizione degli studiosi.
Va sottolineato che i dati del catalogo non sono sicuri al 100%, nel senso che possono avere subito corruzioni da parte dei copisti. Maggiori dettagli alla pagina sulle caratteristiche del catalogo;

La consultazione del catalogo solleva diversi interessanti problemi; tra i più noti:
  1. L'originalità del catalogo: sembra ormai assodato che il catalogo è in buona parte se non del tutto una rielaborazione del catalogo di Ipparco del 150AC. Tolomeo non avrebbe effettuato alcuna misurazione propria della posizione delle stelle, ma solo corretto di un termine di 2o40' le longitudini di Ipparco per tenere conto della precessione degli equinozi.
  2. Il colore di Sirio: questa stella, la più luminosa di tutto il cielo, appare oggi con un inequivocabile colore bianco. Il catalogo di Tolomeo la definisce invece come "Quae in ore fulgentissima est, et vocatur Sirius, et est subrufa" e dunque come una stella rossa.
  3. Le quattro stelle di Dante: nel primo canto del Purgatorio Dante parla di quattro stelle prossime al polo sud celeste e qualcuno ha voluto vedervi le quattro stelle della Croce del Sud. In realtà il catalogo tolemaico le elenca tra le stelle del Centauro e solo ai tempi delle scoperte geografiche le quattro stelle furono viste come una nuova costellazione. Appare quindi molto improbabile che Dante volesse riferirsi proprio a questa costellazione.

Bibliografia:
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