Storia del calendario - Calendario perpetuo
Il calendario di Numa
-> Il calendario giuliano

Il primo calendario usato dai Romani fu quello di Romolo del quale si hanno notizie piuttosto vaghe; il primo mese era marzo e non è chiaro se i mesi fossero dieci come sostiene Ovidio o se già esistessero gennaio e febbraio.

 Anno
Comune
Anno
Intercalare
marzo3131
aprile2929
maggio3131
giugno2929
quintile3131
sestile2929
settembre2929
ottobre3131
novembre2929
dicembre2929
gennaio2929
febbraio2828
mercedonio-22(23)
Anno355377(378)
Tito Livio attribuisce al secondo re di Roma Numa Pompilio il calendario lunisolare di dodici mesi di lunghezza variabile tra 29 e 31 giorni che i Romani usarono fino al 46 a.C. (-45); in totale l'anno durava 355 giorni dieci in meno dell'anno solare e per compensare questa differenza si ricorreva all'intercalazione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare.
Il calendario di Numa subì molti aggiustamenti nel corso dei secoli: febbraio sarebbe stato inizialmente posto dopo dicembre e solo dal 449 a.C. (-448) dopo gennaio; l'intercalazione del mese mercedonio sarebbe avvenuta inizialmente secondo il ciclo Anno Comune-Anno con Mercedonio di 22 giorni-Anno Comune-Anno con Mercedonio di 23 giorni. In seguito fu usato un ciclo di 24 anni diviso in tre di 8 anni con intercalazione negli anni pari alternata di 22 o 23 giorni, salvo negli ultimi otto anni che hanno solo intercalazioni di 22 giorni, con il 24° anno che non ha intercalazioni. In tal modo la durata media dell'anno si riduce a 365,6 giorni abbastanza vicina alla durata media dell'anno tropico.
I giorni di ogni mese non erano indicati come oggi con un numero ordinale ma con un singolare sistema di conto alla rovescia. Ogni mese prevedeva tre giorni principali: il primo giorno del mese aveva il nome di Calende, il quinto aveva il nome di None e il tredicesimo di Idi. Gli altri giorni si indicavano con il numero di giorni che mancavano al prossimo giorno principale, contati però inclusivamente; così il giorno II (pridie) prima delle Idi di aprile è il 12 aprile, il giorno III è l'11 aprile e così via. I giorni finali del mese erando indicati con il nome del mese successivo: p.es. il 25 marzo si scriveva come VIII dalle Calende di aprile.
La lunghezza dei mesi era irregolare e svincolata dal ciclo lunare; la maggior parte dei mesi era di 29 giorni con l'eccezione dell'ultimo mese, febbraio che ne aveva 28 e di marzo, maggio, quintile e ottobre che ne avevano 31. La data delle None e delle Idi per questi mesi lunghi era ritardata di due giorni, il 7 e il 15 invece del 5 e del 13.
Il primo mese dell'anno era marzo, cosa che dà ragione del nome dei mesi da quintile a dicembre. Lo stile di iniziare l'anno dal 1 gennaio sarebbe stato introdotto nel 153 a.C. (-152).
I singoli anni erano identificati dal nome dei consoli (la cui carica era appunto di durata annuale); la numerazione (era) ab Urbe condita fu introdotta in seguito (circa I sec.  a.C.) e usata soprattutto nella compilazione dei Fasti, raramente dagli storici.
Il calendario di Numa subì le conseguenze di abusi ed errori da parte dei sacerdoti che lo gestivano e finì per accumulare un ritardo medio di tre mesi rispetto al ciclo delle stagioni, come è facile verificare confrontando le date di alcune eclissi riportate dagli storici con quelle calcolate oggi usando un calendario giuliano retrodatato.
Per rimediare a questa situazione, nel 46 a.C. (-45) Giulio Cesare introdusse un nuovo calendario detto in suo onore calendario giuliano.


Fonti bibliografiche e collegamenti


Valido HTML 4.01!